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venerdì 12 luglio 2019

Penso che...


Penso che a volte, la vita sorprende
anche quando fiumi di lacrime scorrono
e qualcosa si perde.
Che se facessimo scelte più giuste sarebbe migliore,
e persino farsi capire
da chi non sa che il silenzio è un grido di aiuto.
Siamo come dipinti dalla mano di un artista che crede
vestiamo di estrema bellezza,
ma ci denigriamo per non cercare una cornice adatta
che ci faccia sentire la sua carezza.
Penso che nel cuore c'è sempre posto
per chi ha voglia di farti del male,
la natura è l'altra faccia della stessa moneta.
Ti costringe a spenderla la vita nel migliore dei modi,
e ti fa desiderare sempre quello che ti manca...
ma che saremmo senza quell'anima sorda
che non piange e ne ride,
e si accontenta di essere se stessa
senza avere un piano preciso
ma scioglie solo un corpo tanto per dire
che ce l'abbiamo dentro,
chiusa a chiave e nascosta agli occhi degli altri
per non sembrare ridicoli.
La sua bellezza non passa mai inosservata
e siamo spettatori, ignari seduttori
che conquistano un desiderio come gioco,
ma il mare confuso col cielo è qualcosa di strano,
ci fa ricordare che siamo solo di passaggio
e che viaggiamo a velocità supersonica.
Di colpo ti accorgi che ogni cosa cambia
e che s'invecchia,
mentre un giorno ti svegli e cerchi di scoprire allo specchio
dove è andato a finire quel te stesso
e il suo mondo di prima.
Penso, non ci sia nessuno che insegni
a resistere agli implacabili venti che soffiano
o alle maree che sobbalzano umori,
ma nel cuore, c'è sempre posto per l'amore
anche quando toglie qualcosa...
o lascia cicatrici profonde.
La nostra vita ha il tempo di sbocciare come una rosa
per rilasciare il suo profumo all'olfatto,
e appassire poi lentamente, dolcemente,
come un bimbo dalla bocca di latte
che dorme e sorride nella sua culla.

Andrea Iaia

giovedì 18 aprile 2019

Vite diverse


Sofia pulisce bicchieri
nel bar della stazione centrale,
che ha nel retro una stanza
per chi vuole passare ore speciali
sopra un letto e al riparo da occhi indiscreti.
Ha poco più di vent'anni e mantiene il segreto,
e pur di sbarcare il lunario,
tra un caffè e i vapori d'espresso,
e i treni in arrivo e partenze su binari diversi,
i suoi occhi sorridono e illudono 
agli avance dei clienti.
Marta invece, è seduta ad un tavolo.
Beve gin tonic con ghiaccio
passando il bicchiere sulle sue labbra
che macchiano il bordo del vetro...
ha un trolley accanto e la sua eleganza,
le da l'aria di una gentile signora in partenza.
Ed invece ha dentro tutto quel che possiede,
dorme in una putrida stanza
su un materasso di un sottoscala...
con un cesso per prostituirsi,
pur di non dipendere di quel vile
che l'ha accoltellata
e le ha venduto sua figlia appena nata.
Sogna le stelle e quanto di bello
potrebbe ancora accadere,
se potrebbe, 
non vorrebbe nemmeno essere sfiorata.
Sofia pulisce i bicchieri
e ogni tanto le carezza il suo volto,
tra donne ci si comprende
legando il dolore con la speranza.
 Le loro vite sono diverse
in un bianco e nero di storie
vissute o raccontate da qualcuno,
entrambe sono nude, e di quel poco che s'intravede
come un ricamo di calza
a chi guarda e sfocia nella passione,
la necessità fa di loro indulgenza
che danza in aria 
come una foglia perduta nel vento,
ma sono amiche, almeno in quel tanto.

Andrea Iaia

mercoledì 17 aprile 2019

Dove il tempo è sempre fermo...


Aria e vento dove il tempo è sempre fermo,
e gli orologi sono fermi ai binari di stazioni
in cui ognuno prende un treno senza destinazione
per quel viaggio dove lo stupore lo ha segnato.
Ogni giorno sembra un sogno
e la gente vestita uguale
non ha remore di un futuro,
perché le ore sono intense
come un ciack di un set
in cui si gira all'infinito
la migliore scena della vita.
E tra la polvere, uscite da chissà dove
si materializzano donne con anfore 
e damigiane sulla testa,
olio e vino, per i giorni della festa,
processioni e sagre di paese,
e una volta al mese, sul camino acceso
la grossa pentola con il manzo per il sugo,
mentre per la strada, trecce d'oro di bambine 
con i cerchi che ruotano sul ventre...
e musica di una giostra che gira all'infinito.
Dove il tempo è sempre fermo
il carretto della frutta sulla strada
e il ciabattino che fissa suole sulle scarpe,
mescola le carte nella polvere 
dove il volto di un ragazzo
si accende proprio quando
una donna tira la sua calza
sovraesponendo la coscia nuda.
E mentre sogna l'impossibile, 
lo schiaffo sulla nuca del vecchio prete
lo riporta al demone che lo tiranna...
e correre a vestirsi per il vespro...
il campanaro stanco lo richiama al dovere
in cui rosari e litanie ad alta voce 
son disperse nei sbadigli.
E' costretto a star composto, 
mentre sorride di nascosto
a quel suo sogno che lo ricambia fra le ciglia asperse...
mira alla bocca, perché sa che mitiga l'amore
e vorrebbe stare sulle sue labbra
di velluto come polpa di una pesca.
Fra le spighe alte del giallo grano.
il tempo è sempre fermo,
e dimora il mio respiro, sulla strada, coi calzoni corti,
le ginocchia un po' sbucciate
e a non piangere per essere più forte...
una fuga col fiato corto che sa di aver peccato
per quel primo bacio sulla bocca.
Dimmi cosa c'è di strano
se afferrassi ora la mano di chi è distante
e dirle che sta bene, 
con i capelli un po' raccolti 
anche se vive da qualche parte
ed è invecchiata come il buon vino di campagna.

Andrea Iaia

sabato 30 marzo 2019

La donna dei fiori


Un dono d'amore alla donna dei sogni,
una magica gonna che si alza al vento
sono i petali di un omaggio gradito allo sguardo.
L'armonia del suo profumo 
è come un riflesso dentro gli occhi attenti
che mentre scivolano sul taglio dei seni
le nari annusano il lieve candore di pelle
come gocce di perle in un intimo a cena...
e magari sotto un cielo pieno di stelle.
Soltanto un euro il suo costo,
e le sue spine saranno come baci alla bocca
che avranno i morsi alle tue labbra
con il segno del suo rossetto...
o un tulipano che ti consegna le chiavi in mano
per il tutto compreso in un letto.

La donna dei fiori mi fermò
lungo la strada,
immaginando, avessi la mia
per farne un regalo e sognare...
poco più di vent'anni e lasciata alla strada,
campava di quello che offriva
come primizia di primavera
ad un prezzo scontato.

Ma non poteva sapere che sospiravo per lei,
ed era per lei quel dono d'amore dagli occhi marroni
e dall'accento straniero.
Distante, un banchetto con suo figlio
di quasi sei anni,
aspettava la madre
con qualcosa da poter mangiare
vendendo quei fiori.

Aveva un barattolo di stupidi avanzi
di pochi centesimi di euro
lasciati dai passanti che andavano così di fretta
da non  vederlo nemmeno...
la donna dei fiori cercava il mio sguardo
come pietà scolpita
pur di non fare un altro mestiere.

Presi una rosa così vellutata,
proprio come una gonna bagnata
in una giornata di pioggia
e poterla abbracciare confuso
in maniera selvaggia.
Non capì quel che provavo per lei
e nemmeno le venti euro dentro la tasca...
la sua bocca rosea come una pesca 
dopo lo stupore degli occhi ripeteva...
soltanto un euro il suo costo,
e queste spine
saranno come baci alla bocca
che avranno i morsi alle tue labbra
con il segno del suo rossetto.
  
Andrea Iaia

venerdì 29 marzo 2019

Inspiegabilmente confusa


Sono inspiegabilmente confusa
perché ho avuto le mani, le sue,
sopra il mio seno
e a scoprirmi sotto la gonna.
Ho lasciato la terra
per spaziare nel desiderio, 
e l'ho sospirato la sua bocca
ad assaggiare le ciliegie mature
prima che le mie labbra gemessero
di parole sconce.
Confusa e persa nei corpi nudi
che cercavano di spegnere il fuoco
e che appena sembrava spento
si avvampava di nuovo,
ogni imperfezione
corrispondeva ai miei capricci.
Ore divine passate su un letto
e su affreschi di cielo
come se non fosse quella una stanza,
vibrazioni alla luce degli occhi,
mentre bevevo nei sogni...
una bambola di porcellana il mio corpo
rotto nei giusti tempi.
Inspiegabilmente confusa,
nella mia irresistibile tentazione
che era anche la mia oscurità
e la mia dannazione
nella rugiada che percorreva il velluto
dei petali in fiore nel lembo di carne.

Andrea Iaia

Un desiderio, o solo un sogno?


Notte incantata
e incancellabili le sue parole smorzate
in un luce soffusa
che penetrava dalla finestra,
in cui odori e suoni si mescolavano
tra ombre che parevano avvolgersi
per farmi mancare il respiro.
Labbra incollate
come se lo avessi conosciuto da sempre,
e pupille piene di luce
ad incantarmi di vibrazioni
ne l'alzarmi una coscia
e violentarmi così,
come volevo che fosse
per provare i brividi dietro la schiena.
Gli anelli di fumo, concentrici e sparsi,
mi fanno pensare 
che non l'avevo mai visto prima
e sapeva di dolce, 
d'umori e di orgasmi,
o forse, era uscito dalla mia mente soltanto.
Un desiderio, o solo un sogno?
Il mio passato o il mio futuro?
Di certo, un sortilegio
in cui il mio corpo è ancora caldo
di sesso infinito...
vorrei mi prendesse ancora
per sentire il profumo delle sue labbra 
e la sua lingua a girare sulla mia,
mentre mi cinge i fianchi
e spinge... spinge...
sino all'estremo delle sue forze.

Andrea Iaia

Stanotte...


Buonanotte poeti!
Io me ne vado, non so dove,
magari davanti a un lampione 
a vedere gli insetti che girano intorno
e capire perché danzano alla luce
senza un bicchiere di troppo.
Buonanotte alla via,
solitaria e smarrita
col fascino di farci l'amore
in un desiderio che fa pace
col mio destino,
e vedere se smorza il suo labbro
mordendo appena il mio
soffocandolo di gemiti sparsi.
Il mattino è lontano,
e ti chiedo la mano donzella
svegliata dal mio dolore...
so che sei dietro fessure
a vedere quale è la mia meta
con un bicchiere di troppo.
Buonanotte anche a te
che scruti oltre il cielo
a vedere quale è la mia scelta
senza impedirmelo con l'angelo buono,
ma se il silenzio è rumore,
e non ho mai ammazzato nessuno,
stanotte son nudo, bastardo dentro,
e ho appena ucciso me stesso
davanti a un bicchiere di troppo.
Proprio stanotte, che ha l'abito giusto
per celebrare un pianto a dirotto.

Andrea Iaia

lunedì 25 marzo 2019

Non so dove mi trovo


Non so dove mi trovo.
Credo d'essere dentro il mio letto,
ma non sento sotto, lenzuola e materasso,
è buio, non vedo e tocco qualcosa
e percepisco il soffitto. 
Sono sospeso,
 nudo e ingarbugliato nel mio lenzuolo
c'è un altro me stesso,
e accanto, un donna che non conosco. 
Risacca e odore di salmastro
m'impregnano le nari,
e di colpo, vedo il mare e mi tuffo
dentro il turchese così cristallino,
e scendo giù, nel profondo mistero
che mi coinvolge, e sul cuscino,
la donna si gira, mi abbraccia
e mi avvolge... profuma di sesso
e la sua bocca è bagnata
di umore selvaggio.
Non è la mia donna, ma mentre le onde
sciorinano lente e schiumose sulla sabbia,
un bacio mi stampa e socchiudo i miei occhi,
e avverto il fiato mancarmi, voglio lasciare la morsa,
ma il mio sesso nel suo è un gancio che mi trascina...
scendo ancora più giù nel profondo...
la sua lingua come un serpente mi attanaglia la gola
mentre l'acqua riempie i polmoni.
No so dove mi trovo,
ma credo d'essere alla finestra
a guardare le luci lontano,
dopo di essere sceso dal letto
e lasciato i suoi seni gonfi di sesso e sudore.
Questa volta è mia moglie dopo aver fatto l'amore
che si gira, volta il cuscino e mi abbraccia.
Mi tocca e mi scuote.
ma non sento la voce e avverto che grida,
piange e singhiozza di colpo,
mimando le labbra, capisco che sono morto.

Andrea Iaia

sabato 23 marzo 2019

Due donne deluse


Hall di un albergo: due donne deluse
si incontrano per caso 
e si raccontano a vicenda
davanti ad un “Gin”, in bicchiere con ghiaccio
e ad un cameriere che non perde uno sguardo.
Lampadari a gocce e luci sfavillanti
sul rosso velluto di un bar all'interno,
sedute ad un tavolo, in parole intrecciate
gettano veleno su come i loro mariti 
le hanno rese cornute.
E come fossero amiche da sempre,
sgranano rancori, rabbia e male parole
mentre le mani lascive si toccano
per sostenersi a vicenda.
Poi un'intesa, un sorriso che ammalia,
e sui tacchi sospesi salgono in camera.
Specchi maliziosi, di un'ospite che sale le scale
intravede in loro sensualità perversa
e rimane discreto al loro passaggio.
Riflessi di forme, segrete e bollenti,
una non entra in camera sua,
e l'altra discreta, l'accetta per pura paura 
di non essere sole nello stesso dolore...
e la luce soffusa nell'interno e su pelle
diventa voglia di annusarne l'odore
mentre il rosso di labbra s'incolla all'altra d'istinto.
Interno di dolce penombra: le donne diventano amanti
e si spogliano a vicenda anche dell'intimo
per fare esperienza del sesso femminile, come fosse sottile
una cosa segreta ma tenuta nascosta
per paura di essere considerata diversa.
E nella notte profonda, sul letto disfatto,
mentre una dorme abbracciata al cuscino,
consumata d'amore, di baci e succhiotti
sui seni gonfi e nel sesso aperto,
l'altra si alza, e attenta a non fare rumore,
si riveste e le lascia un biglietto con poche parole:
“Torno da lui, ma tu quando vuoi puoi chiamarmi
al numero che ti trascrivo...
ti amo e che resti un segreto di due donne deluse.”. 
Al mattino, l'altra si sveglia e cova rancore
per come l'ha lasciata, ma sul suo seno bagnato 
ci sono i segni di un amore sognato e desiderato.
Non si sente diversa, e in silenzio si alza...
calze di seta e con fiato felpato
torna anche lei da lui con un muto sospiro di non sentirsi indecente.

Andrea Iaia

Anni 40


Anni 40, 
tra erba e sterpaglia, a ridosso di un fiume,
in un pomeriggio di giugno,
due innamorati e forse clandestini,
erano a baciarsi e a farsi avance,
prima dell'imbroglio
che avrebbe scatenato la grande guerra
in un Italia, fascista e persa nell'orgoglio tedesco.
Il canneto nascondeva gli occhi indiscreti
dei ragazzini che marinavano la scuola
per andare a vedere oltre, le donne,
quelle maritate e signorine
a lavare i panni nella corrente dell'acqua,
curvate e affaticate, mostrando i seni acerbi e maturi...
e si masturbavano sognando
di averle in un rapporto sessuale, quelle più belle!
La ragazza ignara dell'uomo maturo,
si lasciava toccare, idealizzando un futuro...
e le parole erano dardi di fuoco
che accendevano la loro passione.
Anni 40, 
povertà e miseria dominavano scenari...
e l'unico sfogo, era la radio,
ascoltare musica americana
ed immaginarsi pin-up seducenti, 
mentre il bianco e nero aveva silenzi
per potersi nascondere, ed era come una lama 
che divideva il contrasto di forme.
La ragazza, non sapeva di essere amante,
quell'uomo le dava l'incanto,
che intanto, era sposato ed uno dei suoi figli
marinava la scuola al mattino.
Il rombo di un aereo interruppe l'ardore
e si guardarono negli occhi
trattenendo lacrime per non farsi male.
Anche i ragazzini al mattino
e le donne, a lavare i panni
capirono che girava in continuazione
per una ricognizione tedesca,
e che il primo bombardamento sarebbe arrivato presto.
Si composero in fretta, e tutti, bruciarono i loro sogni.

Andrea Iaia